Mario Schifano, Il Viaggiatore Notturno
Data: Sabato 16 Dicembre, dalle ore 16 alle ore 20
Luogo: EDDart | Palazzo Taverna, Via di Monte Giordano 36, 00186 | Roma
Ingresso: dal 16 Dicembre al 31 Gennaio 2024
Orario: dal Martedì al Sabato, ore 14:30 – 18.30
EDDart è felice di annunciare, ad un anno dal successo di Mario Schifano, Per Terra, i tappeti e le opere, una nuova mostra dedicata interamente agli “schermi televisivi” realizzati negli anni
Settanta.
Tra i tanti progetti di Mario Schifano, c’è stato anche un film, tratto da un racconto di Michelangelo Antonioni e intitolato appunto, “Il Viaggiatore notturno”. Il film non si è mai realizzato, ma segna un momento di svolta, di passaggio, attraverso il cinema. Dalla pittura pura alle tele emulsionate e alla fotografia. Era la fine degli anni 60, e la pittura sembrava arrivata ad un punto morto. A questo punto Schifano ha un nuovo strumento, la macchina fotografica e soprattutto la televisione, tante televisioni, che restano accese al buio, e mandano immagini ininterrottamente. Un flusso continuo, come gli scatti: notizie, nudi, sigle di programmi, paesaggi, guerre, volti.
Per La luce abbraccia tutto (citazione di Ghirri che la utilizza elogiando il collega Walker Evans), l’artista, superando la dimensione personale, si è confrontata con l’immaginario del maestro emiliano presente in mostra tanto con fotografie di paesaggio (Grizzana Morandi, 1978) quanto con interni (Parigi, 1979).
Schifano si trova a suo agio con la velocità che la “tela emulsionata” consente, coperta, in molti casi, con perspex di toni differenti a creare un ulteriore schermo. In mostra negli spazi romani di EDDart, una selezione di “Paesaggi TV” consentono di entrare nell’immaginario dell’artista, nella sua capacità di fissare il flusso ininterrotto delle immagini dal mondo esterno su tela. Paesaggi quasi anemici, con qualche elemento a delineare cielo e terra, paesaggi più definiti, quasi una cartolina, ritratti, quello di Nancy Ruspoli per esempio, fidanzata dell’artista per alcuni anni, omaggiata anche nell’opera centrale dell’esposizione e poi l’iconica palma, moltiplicata in schermi sovrapposti, un frame da un’incidente, un piccolo nudo. Una selezione che illumina una fase precisa del percorso di Mario Schifano, particolarmente capace di rivelarne la stupefacente attualità.