Les Desires Dénoués, André Masson e Roberto Ruspoli
Data: Mercoledì 20 Marzo dalle 18 alle 21
Luogo: EDDart | Palazzo Taverna, Via di Monte Giordano 36, 00186 | Roma
Ingresso: dal 21 Marzo al 31 Maggio 2024
Orario: dal Martedì al Sabato, ore 14:30 – 18.30 oppure su appuntamento
Les desires dénoués è una mostra che si sviluppa attorno ad una sapiente collezione di carte del grande surrealista André Masson (1896-1987) in dialogo con una delle ultime serie di disegni di Roberto Ruspoli (1972), artista italiano residente a Parigi, che lavora nel solco della tradizione francese.
Di André Masson, tra i più rilevanti artisti francesi, al quale il Centre Pompidou di Metz in questi mesi sta dedicando un’ampia retrospettiva, esponiamo un corpus eterogeneo di opere in grado di illuminare i diversi interessi attraverso l’uso del disegno. Strumento che, soprattutto nelle tante convulse fasi della sua vita, si rivelò fondamentale.
Durante le guerre innanzitutto: il primo conflitto mondiale, al quale partecipa, lo segna in modo indelebile. Tornerà a rielaborare spesso, in una calligrafia lirica, il trauma della violenza. E’ poi in Spagna quando inizia la guerra civile, decide di rientrare in Francia, in Normandia, ma ormai tutta l’Europa è sull’orlo dell’abisso e pur essendo convinto di non voler lasciare il vecchio Continente si trasferisce con gran parte gruppo Surrealista negli Stati Uniti.
In questa fase di continui spostamenti, il disegno è l’unica forma di espressione per Masson, ma anche al rientro in Francia, dopo il periodo americano, così carico di conseguenze, resta sempre fonte di espressione primaria. Capace di veicolare i capisaldi della sua poetica: l’elaborazione della violenza bellica, la pulsione erotica, l’astrazione lirica, il grafismo, il teatro. Capisaldi che in mostra abbiamo cercato di rappresentare attraverso opere come Les sequestres d’Altona o La leggenda dell’asino d’oro (1960).
Anche per Roberto Ruspoli il disegno è linguaggio di espressione primaria, che si inserisce per qualità formale e ispirazione nella tradizione francese del Novecento, con lo sguardo diretto tanto alla classicità greca, quanto all’eleganza dell’arte giapponese. “Il mio lavoro si inserisce nella tradizione francese del tratto come espressione spontanea immediata e poetica, ma attingendo la sua ispirazione a radici classiche” afferma l’artista. “Quindi il disegno è una forma di scrittura dipanata (dénouée); il disegnatore non fa che prendere la linea che la scrittura annoda alfine di creare parole, frasi, senso; la snoda per ricomporla nel tratto che possiede un valore sintetico che la scrittura non ha.”