Francesco del Drago intellettuale rigoroso e straordinario artista, ha percorso quasi un secolo di storia da protagonista, partecipando attivamente e con passione tanto alle trasformazioni artistiche che si sono susseguite nel Novecento, quanto ai cambiamenti politici.
Francesco del Drago
Francesco del Drago nasce a Roma il 22 febbraio 1920.
Il padre Clemente anche se pittore dilettante, fu il suo primo maestro, insegnandogli i primi rudimenti della tecnica ad olio. Nel 1932 i genitori lo iscrivono ai corsi del pittore Leone Alberto Rosa, autore tra l’altro de ‘La Tecnica Della Pittura Dai Primordi ai Nostri Giorni’. Il Rosa, sentendo nel dodicenne una fortissima pulsione verso il nuovo, gli regala il volume di Boccioni ‘Pittura Scultura Futuriste (Dinamismo Plastico) 1914’. Il libro segnerà fortemente il giovane talento. Gli ultimi eventi bellici, ai quali partecipa come ufficiale dei granatieri, l’impegno nella resistenza nonché gli studi classici, lo tengono diversi anni lontano dalla pittura. Ma è un appuntamento soltanto rimandato: la ritroverà iscrivendosi all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Sono gli anni in cui si lega di amicizia con Severini, Morandi, Birolli, Ferrazzi, Guttuso e Pignon.
Fra Roma e Parigi
Nel 1948 ottiene uno studio all’Accademia di Villa Massimo dal Ministro dell’Istruzione. In questa esperienza si trova in compagnia di altri cinque artisti a cui sono stati assegnati altrettanti studi e che diverranno suoi amici: Guttuso, Greco, Mazzacurati, Leoncillo e Ciampolini. Il sodalizio con questi artisti costituirà un momento fondamentale per la sua maturazione artistica. Nel 1950 è già riconosciuto dai più affermati critici come Guzzi, Maltese, Venturi e Trucchi come uno dei giovani pittori più dotati. Nel 1951 al Premio Borletti, Guttuso lo presenta come miglior pittore d’Italia della sua età.
Tuttavia, nonostante l’invito alla Biennale di Venezia e il successo che nel 1950 aveva avuto la sua prima mostra, avverte un senso di incompletezza rispetto alle conquiste dei grandi maestri francesi. Da qui la decisione, dopo i due soggiorni del 1948 e del 1950, di trasferirsi definitivamente a Parigi nel 1951. Qui, entra in contatto con Picasso, Leger, Bonnard, Matisse e Dufy. Oltre che questi maestri della forma e del colore, frequenta anche astrattisti geometrici come Herbin e Dewasne, nonché il più giovane e dotato surrealista: Matta. Del Drago giungerà a risultati estremamente personali, fondendo scoperte precedenti e idee nuove verso il 1965.
Riconosciuto come uno dei migliori pittori del momento
Da questo momento in poi, riconosciuto come uno dei migliori pittori del momento, viene invitato sia al Salon de Mai che al Salon des Realité Nouvelles. Negli anni Ottanta le scoperte teoriche maggiori, tra le quali le diverse versioni del Cerchio Cromatico, esposte con un’attività assidua di conferenziere nelle università di molti paesi. Ma anche i quadri più originali sintesi di teoria e attenzione alla forma. Fino a qualche anno prima della sua morte nel 2011 ha continuato a dipingere, l’ultima serie è del 2007, dividendosi tra gli studi di Parigi e Filacciano.